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La Candida è un fungo che prolifica nell’organismo, si accresce e crea un elevato numero di disturbi e malattie. Se avete malesseri non facilmente diagnosticabili e un passato ricco di cortisonici, antibiotici, ormoni e antinfiammatori, la candida può esserne responsabile.

La candida può causare molteplici disturbi più o meno gravi: ascessi, eruzioni cutanee, infezioni vaginali, disturbi intestinali, disturbi di deglutizione, infiammazioni bronchiali e polmonari, affaticamento cronico, depressione, indebolimento del sistema immunitario, candidosi.

La crescita eccessiva della Candida può essere ritenuta responsabile dei vostri problemi di salute se, dopo aver esaminato la lista seguente, trovate una o più voci che si riferiscono al caso vostro:

(a) Avete:

– precedenti di prolungato uso di antibiotici (un lungo periodo di  somministrazione: per – più di due mesi, o più di 4 cicli in un anno)?

Ciò potrebbe aver danneggiato la normale flora permettendo alla sempre presente Candida di diffondersi opportunisticamente.

– preso della tetraciclina (o qualche altro antibiotico) per la cura dell’acne per un ciclo di cura più lungo di un mese?

(b) Soffrite o avete sofferto di:

– persistente prostatite, cistite o uretrite?

– irrefrenabili voglie di zucchero, pane o alcol?

(c) Attualmente soffrite di:

– senso di affaticamento?

– gonfiore allo stomaco o irritazione intestinale?

– mente annebbiata (difficoltà nel ricordare fatti recenti, problemi di concentrazione)? –

– diffusi dolori muscolari (fibromialgia)?

– mughetto?

– perdita d’interesse sessuale?

 METODI ALTERNATIVI PER LA CURA DELLA CANDIDA

– La medicina non convenzionale, per cercare di eliminare la Candida, si  serve di un triplo attacco, utilizzando diversi prodotti estratti dalle erbe come l’aglio, acido caprilico (un estratto del cocco), succo di aloe vera, liquirizia, Idraste e/o echinacea.

– Contemporaneamente si preoccupa di ricostituire la flora intestinale  servendosi di ceppi batterici di provata vitalità per creare nuove colonie di L. acidophilus e Bifidobacteria, che sono i naturali elementi di controllo dell’attività della Candida, e che normalmente vengono danneggiati non appena si usano dei farmaci steroidi o antibiotici.

– In aggiunta si consiglia una dieta a basso contenuto di zuccheri e  ricca di carboidrati e di derivati del latte biologicamente attivi.

Questi metodi in genere sono molto efficaci, ma possono necessitare di 6 mesi ed anche più per riportare a valori normali la presenza della Candida.

L’alcol deve  essere evitato totalmente perché, allo stesso modo dello zucchero, viene metabolizzato dal corpo e fornisce sostanze utili per la crescita della Candida.

È importante che –  la dieta sia a basso contenuto di zuccheri perché favoriscono la fermentazione, che a sua volta favorisce l’attività dei miceti. Esistono, poi, delle sostanze dolci, conosciute col nome di frutto-oligosaccaridi (FOS) derivati dai topinambur e dalle radici di tarassaco che favoriscono la crescita dei bifidobatteri e non quella dei miceti. I FOS sono in vendita, sotto forma di polvere nei negozi di alimenti biologici.

– Alcuni pazienti devono essere pronti ad abbandonare, almeno per alcuni mesi, tutti i cibi contenenti lieviti o muffe (compresi i formaggi azzurri) perché il corpo potrebbe essere diventato sensibile ai fermenti o ai loro derivati.

CONSIGLI DIETETICI PER LA CANDIDA

Masticate bene, mangiate lentamente, cercate di non bere molto durante i pasti. –

– Fate tre pasti principali (leggeri) al giorno e, se potete, altri due  piccoli spuntini (privi di zuccheri e non troppo nutrienti), oppure prendete da 3 a 5 grammi di un complesso poliaminoacidico tra i pasti, due volte al giorno.

– Includete nella dieta, quanto più vi è possibile, zenzero, cinnamomo,  aglio ed altre erbe aromatiche (ad esempio l’origano) – sono tutte fungicide e aiutano la digestione.

– Per favorire le funzioni intestinali, prendete regolarmente (ogni giorno alla stessa ora) almeno un cucchiaio di semi di lino. Inghiottitelo con acqua, senza masticarlo, per procurare delle morbide fibre che favoriscano l’evacuazione.

– Per quanto potete evitate gli zuccheri raffinati e, per le prime  settimane, evitate anche la frutta troppo dolce come melone e uva. Eliminate i formaggi stagionati, la frutta secca e ogni cibo che sia derivato o contenga del lievito (in caso di sensibilizzazione).

– La caffeina (caffè, tè, cioccolato, cola, etc.) dev’essere bandita,  perché produce un inopportuno rilascio di zucchero dove si è diffusa la Candida.

Evitate l’alcol.

Se potete, rinunciate a tutti i cibi a base di lievito – pane compreso, assieme a tutto ciò che ne viene a contatto durante la preparazione o contenga delle muffe.

Potreste sentirvi un po’ “sbiaditi” nella prima settimana di un simile programma, mentre si verifica “la caduta” della Candida (reazione di Herxheimer). Passerà spontaneamente. In ogni caso, chiunque abbia avuto sintomi da Candida particolarmente fastidiosi o duraturi, potrà sempre decidere di aggiungere alla dieta grandi dosi di probiotici, per una settimana o più, prima d’iniziare il programma anti-Candida, e limitare l’effetto della “caduta” (reazione di Herxheimer).

CANDIDOSI E FUNZIONE IMMUNITARIA

La candidosi ricorrente è comune fra le persone con un sistema immunitario compromesso e può diventare cronica e generalizzata man mano che la deficienza immunitaria si aggrava. Il medico canadese Eilen Stretch sostiene che una candidosi vaginale inspiegabile e per di più resistente al trattamento è spesso l’unica indicazione clinica di una grave e strisciante immunodeficienza. Col progredire della crescita eccessiva dei miceti, sia negli uomini che nelle donne, in presenza di un sistema immunitario compromesso, la candida spesso si diffonde alla bocca, alla laringe e alla faringe, talvolta fino allo stomaco e all’esofago.

Uno degli effetti chiave della candidosi cronica è dato dai danni causati alle pareti dell’intestino; danni che permettono l’infiltrazione di diverse sostanze tossiche ed antigeniche nel flusso sanguigno. Gli effetti di questo passaggio si manifestano in forma allergica nelle persone che hanno le funzioni immunitarie abbassate.

DANNI ECOLOGICI CAUSATI DAGLI ANTIBIOTICI – CONNESSIONI CON LA CANDIDA

Un rischio del trattamento antibiotico, soprattutto se prolungato, è che l’equilibrio degli organismi che vivono normalmente dentro il corpo può essere rotto. In particolare, gli antibiotici possono distruggere i batteri che impediscono la crescita della Candida, un fungo che si trova spesso nel corpo in piccole quantità. Ciò può portare alla crescita abnorme della Candida (conosciuta anche come mughetto) nella bocca, nella vagina e nell’intestino.

Si deve considerare che la Candida non è presente solo “spesso” all’interno del corpo, ma sempre, nell’ attesa dell’opportunità di diffondersi non appena i controlli naturali (i batteri benefici ad esempio) s’indeboliscono.

Vennero proposte tre teorie per spiegare come mai si verificasse una crescita esuberante di Candida dopo un trattamento antibiotico:

1. La somministrazione di antibiotici sconvolge l’equilibrio in cui vive la flora normale… permettendo alle specie resistenti (funghi, che, ovviamente, non sono sensibili agli antibiotici) di aumentare notevolmente la loro popolazione e quindi sopraffare la resistenza dell’ospite.

2. L’intromissione nella flora batterica della terapia antibiotica, disturba la produzione di sostanze nutritive(soprattutto la produzione di vitamina B, che viene prodotta dalla flora abituale) compromettendo l’integrità delle membrane mucose ed aprendovi delle brecce per gli organismi che non sarebbero in grado di attraversarle in condizioni di salute.

3. Alcuni antibiotici stimolano in modo diretto la crescita e/o la virulenza della Candida albicans.

Ciò che rende estremamente interessante questa relazione, vecchia peraltro di quasi mezzo secolo, è l’esattezza delle sue supposizioni: la normale flora batterica che tiene a bada i funghi viene danneggiata dagli antibiotici, permettendo loro di colonizzare l’intestino. Poiché la flora normale non è più in grado di produrre la vitamine B (svolge anche la funzione di mantenere il giusto grado di acidità), il rivestimento dell’intestino ne risulta danneggiato, permettendo l’infiltrazione nel flusso sanguigno non solo dei funghi ma anche di tutti i tipi di scorie che possono causare reazioni tossiche ed allergiche; esistono anche prove del fatto che la Candida prospera negli antibiotici – (vedi l’aureomicina).

È lo stress che fa venire la candida, o la candida che fa venire lo stress?

Un titolo al femminile per riflettere sulle cause di uno dei più diffusi disturbi dell’apparato genitale femminile. Una recentissima ricerca ha evidenziato che le donne che soffrono di candidosi vaginale sono spesso “esauste”, e la loro produzione mattutina di cortisolo (che sarebbe segno di buona salute e capacità di adattamento) è veramente ai minimi termini.

Va capito però se è la candida che consuma tutte le risorse a disposizione, oppure se la candida si posiziona invece con facilità in organismi già debilitati.

La ricerca

Il lavoro scientifico (Ehrstrom SM. Am J Obstet Gynecol 2005; 193: 1376-81) ha anche evidenziato una maggiore frequenza di vaginite batterica, cistite, herpes e condilomi nelle donne che si ammalano di candida, con il corredo di fastidiose  perdite vaginali,  a testimoniare la effettiva scarsità di risorse immunologiche rimaste a disposizione nelle donne malate. In questi casi cioé, la risposta allo stress e alle situazioni difficili diventa difficile ed inadeguata.

Così ci troviamo a assimilare la comparsa di una candida alla comparsa di una infiammazione ricorrente, o ad una allergia, ed è facile pensare che ci sia una condizione di forte cambiamento  (emotivo o fisico) alla base della insufficiente risposta del sistema immunitario. Una condizione di questo genere facilita sicuramente l’insorgenza di questo tipo di disturbo.

Come si affronta – Il supporto adeguato per il trattamento di una vaginite da miceti, spesso complicata da cistite o vaginite batterica, è innanzitutto di tipo comportamentale. Una corretta alimentazione e alcune attenzioni locali (ad esempio evitare i collant, che impediscono la circolazione aerea e favoriscono il ristagno di umidità a livello vaginale) sono spesso sufficienti in forme non complicate di malattia.

Una dieta che controlli l’insulina e la sua azione infiammatoria, può diventare la vera chiave di volta del lavoro di guarigione da questi problemi. E chiunque può personalmente mettere in atto tecniche diverse, per arrivare ad un riequilibrio pieno.

Nella pratica, una dieta minimale, e una integrazione minerale possono facilitare il recupero del benessere o portare alla guarigione, riducendo l’entità delle recidive.  Né celiachia né allergia, ma pasta e pane possono irritare l’intestino

Si è parlato di intolleranze alimentari (a latte e frumento soprattutto) come causa di questo disturbo. Oggi uno studio italiano conferma l’esistenza di una infiammazione immunologica alla radice di questo problema. E le possibilità di cura crescono.

Uno studio italiano, pubblicato nel 2001 (Clin Exp Allergy 2001 Nov;31(11):1771-78) ha finalmente scoperto che il frumento non è fatto solo dal glutine, e che oltre agli allergici esistono persone negative a tutti gli esami allergologici, in cui altri test indicano la loro reazione a componenti diverse del frumento (ce ne sono almeno 52).

Quindi la percentuale di persone che ha male di pancia perché ha una intolleranza alimentare cresce notevolmente.

Da pochi mesi si è capito che il frumento, alimento fondamentale e utilissimo, oltre che ampiamente presente nella dieta mediterranea può però determinare fenomeni reattivi fino ad oggi pochissimo considerati.

E’ normale che il frumento in Italia sia tra i maggiori responsabili di una patologia così diffusa: è uno dei cibi più utilizzati; in Giappone invece le sostanze che danno maggiori reazioni sono riso e soia.

E’ possibile che alcuni siano erroneamente considerati celiaci e siano invece solo ipersensibili ad altri antigeni del frumento.

Il problema emotivo non è di poco conto; nella colite c’è anche una grande componente psicologica, ma non considerare la parte fisica esistente mette una persona già sofferente nella condizione di non sentirsi compresa e allora forse davvero di sviluppare dei problemi psichici, ma a causa del medico che non li vuole comprendere.

Le infiammazioni del colon sono oggi meglio comprese, ma non va mai dimenticata l’interferenza degli alimenti sulla infiammazione, e soprattutto bisogna ricordarsi che una intolleranza alimentare può guarire con una adeguata dieta di rotazione, una volta che siano compresi i cibi che la determinano.

 

Anna De Mariani

Lo Studio di terapie complementari della dott.ssa Anna De Mariani biologa indirizzo biomedico specialista in Biochimica Clinica, ha lo scopo di accompagnare la Persona ad uno stato di salute globale basato sia sull’aspetto fisico-metabolico che psichico attraverso le più svariate conoscenze che vanno dalla biochimica alla medicina ortomolecolare, dalla biologia clinica alla medicina naturale alla nutrigenetica ed epigenetica con l’ausilio delle tecnologie biomediche con l’obiettivo di raggiungere uno stato di salute ottimale.