Le cistiti, infezioni alle basse vie urinarie, rappresentano una delle patologie più diffuse nella popolazione, specialmente durante la gravidanza ed in ambito ospedaliero, e mostrano un’incidenza senza punti di discontinuità dall’età pediatrica a quella geriatrica. E’ stato stimato che la prevalenza nelle donne adulte raggiunge circa il 40%, mentre si arresta solo al 3% negli uomini. La maggiore predisposizione del sesso femminile ad essere colpita da questo tipo di infezioni (e.g. cistiti e uretriti) può trovare una spiegazione nel fatto che l’uretra, che comunica con l’ambiente esterno e funge da barriera protettiva nei confronti del contenuto vescicale, è più breve nella donna rispetto al sesso maschile.
Questo gruppo di malattie racchiude sia le colonizzazioni asintomatiche dell’urina da parte dei microrganismi sia le infezioni che causano veri e propri segni di infiammazioni tissutale. Inoltre possono essere infezioni di per sé isolate oppure possono essere frequentemente associate ad altre malattie tra cui: il diabete, il rene policistico, le calcolosi, l’ipertrofia prostatica, il prolasso, alcuni disturbi neurologici, il trapianto renale e le anomalie anatomiche.
Le infezioni alle basse vie urinare sono per lo più sostenute da batteri gram negativi (Escherichia coli, Proteus mirabilis, Klebsiella pneumoniae, Pseudomonas aeruginosa, Serratia marcescens, Provedencia spp., Enterobacter aerogenes) oppure da gram positivi (Staphylococcus aureus, Streptococcus spp.). In particolare si stima che Escherichia coli sia l’agente eziologico di circa l’80% delle forme non complicate e del 50% di quelle ospedaliere. Si aggiunga che nei soggetti diabetici, nelle donne in gravidanza e nei pazienti defedati con una compromissione del sistema immunitario possono verificarsi infezioni anche da parte dei lieviti (e.g. Candida albicans, C. glabrata).
Generalmente l’infezione avviene per lo più per via ascendente, cioè in seguito alla colonizzazione dell’uretra da parte dei microrganismi appartenenti alla microflora (i.e. microbiota) del colon. E’ bene precisare che l’apparato urinario, ad eccezione dell’uretra, è resistente alla colonizzazione poiché i batteri della flora uretrale proliferano difficilmente nell’urina a causa della sua osmolarità, della concentrazione di urea e del pH acido.
I principali fattori favorenti le infezioni alle basse vie urinarie sono i seguenti:
- Stipsi cronica;
- Disidratazione;
- pH urinario e/o vaginale elevato;
- Alterazioni ormonali (e.g. gravidanza, menopausa);
- Scarsa igiene sessuale;
- Interventi e traumi meccanici (e.g. catetere);
Lo svuotamento vescicale permette di eliminare i batteri non adesi all’urotelio e perciò ogni anomalia o ostacolo al flusso urinario determinano stasi che aumenta la suscettibilità alle infezioni, mentre urinare almeno cinque volte al giorno rappresenta un’ottima strategia preventiva. Un’idratazione corrispondente ai fabbisogni aumenta la diuresi e, in combinazione con un consumo adeguato di fibre vegetali provenienti dalla frutta e dalla verdure, favorisce la motilità intestinale contribuendo alla regolarità delle evacuazioni. Inoltre alcuni prodotti vegetali sono particolarmente ricchi di molecole bioattive in grado di inibire l’adesione dei batteri patogeni all’epitelio intestinale e uroteliale, riducendone di conseguenza sia l’adesività che la virulenza. Si aggiunga che un aiuto potrebbe arrivare anche da una regolare attività fisica, la quale tonifica la muscolatura addominale e migliora la peristalsi evitando la proliferazione dei batteri patogeni e la stipsi. Esistono anche esercizi specifici per il miglioramento della capacità di svuotamento della vescica (esercizi di Kegel).
In conclusione uno stile di vita attivo ed un’alimentazione equilibrata rivestono un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella terapia delle infezioni alle basse vie urinarie, le cui cause devono essere approfondite non solo in ambito urologico, ma anche intestinale.